Rogge

Il territorio di Chiari si caratterizza per una straordinaria abbondanza di acqua, che bagna le campagne e attraversa il centro della città scorrendo attraverso di canali artificiali alimentati da antiche rogge, dette anche seriole.
Indirizzo Palazzo Ex Lavatoio, Trav. 1 di Viale Mellini, 25032 Chiari BS, Italia
Punti di contatto
Cap 25032
Modalità di accesso

Viale di pubblico accesso.

Il territorio di Chiari si caratterizza per una straordinaria abbondanza di acqua, che bagna le campagne e attraversa il centro della città scorrendo attraverso un fitto reticolo di canali artificiali alimentati da antiche rogge, dette anche seriole.

Questi vasi irrigui, derivati dalla sponda sinistra del fiume Oglio e dal lago di Iseo per quanto riguarda la Fusia, solcano la pianura clarense fin dall’epoca medievale, garantendo la fertilità dei terreni altrimenti aridi o acquitrinosi.

Già attestata nel X secolo, la roggia Vetra è la più antica e la prima per portata d’acqua: ancora oggi irriga la parte più consistente della campagna di Chiari. In località Bosco Levato, a nord-ovest del centro abitato, la Vetra dà vita alla seriola Nuova, mirabile esempio di ingegneria idraulica che dal 1461 permette lo scorrere delle acque verso la Franciacorta. Nei secoli l’acqua della Vetra non servì solamente per l’irrigazione dei campi, ma giocò un ruolo fondamentale nello sviluppo della città alimentando le numerose manifatture tessili, che sorsero tutt’attorno l’attuale centro storico, e assicurando l’approvvigionamento idrico agli abitanti del borgo.

La più clarense di tutte le seriole è certamente la roggia Castrina, scavata nel 1512 da Bertolino Castrini da cui prende il nome. Senza versare una goccia nella campagna di Chiari, le sue acque abbracciano a nord il centro storico lungo il percorso dell’antico fossato che circondava la città murata di epoca viscontea. Sulla Castrina, nel suo tratto lungo viale Mellini, si possono ancora vedere i vecchi lavatoi, testimoni di un tempo passato che scorreva al ritmo dell’incessante lavoro di umili massaie.

Agli estremi del territorio comunale scorrono altri quattro canali. Sul confine settentrionale è la seriola Fusia, scavata nel 1369. Nella campagna a sud della città si trovano invece la Trenzana, la Bajona e la Castellana, i cui tracciati furono attivati nel corso del XIV secolo.

La forza motrice dell’acqua, portata dalle seriole nel cuore della città, fu energia indispensabile per azionare mulini, segherie, magli e filande che a partire dal Seicento si attivarono all’esterno del centro urbano. La bachicoltura, praticata già dal XVI secolo, e la trattura artigianale fornirono la spinta decisiva all’economia clarense, dando avvio allo sviluppo dell’industria filatoiera che fece di Chiari il principale centro bresciano del commercio delle sete. L’attività di sericoltura, richiedendo sempre più forza lavoro, attirò in città numerose famiglie di setaioli da Bergamo, Como e Lecco che stabilirono i propri opifici soprattutto nei pressi di porta Marengo, dove oggi si trova l’evocativa via Valmadrera. Nel corso del Settecento, definito il secolo d’oro per la straordinaria vivacità che pervase la vita economica e culturale clarense, gli stabilimenti per la produzione di organzino andarono moltiplicandosi: dal 1713 al 1790 i filatoi passarono da 8 a 21, lavorando ciascuno oltre 1000 libre di seta grezza.

 

Didascalie e referenze fotografiche

  • Veduta sulla seriola Vetra (Davide Bianchetti).
  • La filanda Gadda sull’attuale viale Mellini in una cartolina storica (Collezione Enrico Rubagotti).
  • Tratto della roggia Castrina e torre dell’acquedotto (Francesco Felotti).
  • Seriola Vetra che si tuffa nelle turbine dei mulini di Borgo Villatico (Francesco Felotti).

 

Chiari è una città ricca di cultura, storia e arte.

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